Spesso la diagnosi di stenosi carotidea, giudicata critica o serrata all’esame eco-Doppler fa precipitare nell’angoscia. Sulla base di studi clinici iniziati e pubblicati già negli anni novanta e di acquisizioni più recenti si suole dire che se la stenosi della carotide interna è superiore al 70% trova giustificazione un trattamento invasivo o chirurgico (definito TEA) o endovascolare (lo stenting).
Il problema, spesso eluso nel riferire i risultati delle linee guida, è che non tutte le stenosi superiori al 70% giustificano un trattamento invasivo, sia perché molte stenosi sono gravate da un rischio basso di provocare un evento ischemico cerebrale (in quanto stabili ossia non evolutive e a basso rischio embolico), sia perché una terapia medica idonea (antiaggreganti e statine, per esempio) può limitare di molto il rischio di ictus. Non va infine trascurato il fatto che talora non è sufficientemente chiaro, nel referto che accompagna l’esame eco-Doppler, a quale classificazione si faccia riferimento.