“Che l’universo intero provenga dal vuoto o sia tuttora ancora e semplicemente uno stato di voto che ha subito una metamorfosi, sembra essere l’ipotesi più convincente della moderna cosmologia”.
Questo è uno dei passaggi di un articolo interessantissimo pubblicato su La Lettura del Corriere della Sera (21/10/2018).
Scrive Esiodo: “All’inizio e per primo venne ad essere il Chaos (Χάος)”. Sempre che non si utilizzi la traduzione più comunemente diffusa di Chaos, cioè di disordine e ripristinandone il suo significato primo di “vuoto originario” (nelle cosmologie greche, il complesso degli elementi materiali senza ordine che preesiste al κόσµος) questa affermazione risulta perfettamente conforme all’immagine che la scienza ci offre oggi.
E ancora…: “Siamo così condizionati dal contesto in cui si svolge la nostra vita quotidiana, da quello che vediamo e sperimentiamo abitualmente nel sottile guscio sferico che abitiamo, che diventa naturale immaginare che le leggi che regolano la nostra esistenza siano le stesse che vigono in ogni altro angolo dell’universo. Incantati dalla regolarità con cui la notte insegue il giorno, dall’implacabile ricorrenza dei cicli lunari e delle stagioni (…) abbiamo immaginato che ovunque, attorno a noi, si siano instaurati equilibri analoghi; e il tutto ci è apparso come il regno dell’ordine e dell’armonia. Ma non è così. Al contrario”.
Più che condivisibile…