Sapete che cosa sono gli healing gardens…?
Sono “spazi esterni (e talvolta un’area verde interna) appositamente progettati per promuovere e migliorare la salute e il benessere delle persone, dove per salute intendiamo “uno stato di complessivo benessere fisico, mentale e sociale e non solo assenza di malattia o infermità” (Organizzazione Mondiale della Sanità, 1948). Negli healing gardens si può avere una esperienza di tipo “passivo” (guardare o stare in un giardino) e/o un coinvolgimento attivo nel e con il giardino (giardinaggio, terapia riabilitativa e altre attività)” (fonte: http://www.healingardens.it/)
Si è parlato di healing gardens anche durante il convegno “Paesaggi di frontiera. Dialoghi attorno a Porcinai” organizzato dall’Associazione Pietro Porcinai Onlus il 5 aprile scorso a Firenze (https://www.associazioneporcinai.org/eventi)
L’architetto Raul Pantaleo ha raccontato alcuni dei suoi progetti per gli ospedali di Emergency: una clinica pediatrica in Sudan, progettata attorno a un albero come elemento portante del progetto e un prato in cui i bambini ricoverati possono calpestare l’erba, esperienza per loro assolutamente sconosciuta; in Iraq un ospedale che ha al suo interno un giardino, cioè un luogo curato, diventa in sé un messaggio rivolto al futuro. Si tratta spesso di progetti frutto anche di una grande opera tecnologica: la clinica pediatrica di Port Sudan, per esempio, è stata progettata affinché sia in sé e per sé sostenibile in una zona totalmente desertica.
Le persone che subiscono le guerre e che vivono in una condizione di sofferenza hanno bisogno, dice Pantaleo, di immaginare un futuro. Luoghi belli, ospedali belli, vengono considerati come parte del processo di cura.
(foto: © Franco Panzini, Fazenda Vargem Grande di Clemente Gomez, stato di Sao Paulo)