L’applicazione degli ultrasuoni nella diagnostica della patologia vascolare è un tema che rimane identico negli anni per consistenza e interesse. Sorprende come in alcuni ambiti della patologia vascolare (la trombosi venosa profonda, l’arteriopatia carotidea o quella periferica, per citarne alcuni) il ruolo degli ultrasuoni non sia cambiato. Sono passati 17 anni dalla terza edizione del volume “Eco-color-Doppler vascolare” (C. Rabbia, L. Matricardi, Edizioni Minerva Medica, Torino, 2005) e gli argomenti trattati sono sempre attualissimi, a dispetto dell’ampio lasso di tempo passato tra le tre edizioni: 13 anni tra la prima e la terza e ormai 30 anni dalla prima!
E’ infatti abituale constatazione che nell’arco di dieci anni nella medicina moderna e soprattutto in un campo quale quello della diagnostica per immagini, fortemente influenzato dallo sviluppo tecnologico, molte convinzioni, concetti o abitudini cadano nell’obsolescenza. Invece, a rileggere oggi alcuni capitoli della prima edizione non si può non rimanere sorpresi dal fatto che in alcuni ambiti della patologia vascolare la trombosi venosa profonda, l’arteriopatia carotidea o quella periferica, per citarne alcuni, il ruolo degli ultrasuoni non sia mutato. Semmai lo scenario diagnostico di secondo livello si è arricchito con l’applicazione di altre metodiche come la Angio-RM e la TC multislice, le quali hanno relegato l’angiografia a una funzione prevalentemente terapeutica.
Colpisce il fatto che la metodica ultrasonografica rivesta ancora un ruolo dominante pur con il suo principale limite legato all’operatore-dipendenza. Quest’ultima tuttavia può essere circoscritta dalla competenza clinica degli operatori, come si è cercato di dimostrare con la multidisciplinarietà della trattazione.
C. Rabbia, L. Matricardi, Edizioni Minerva Medica, Torino, III edizione 2005.