Che cosa è l’ecodoppler (o ecocolordoppler)?
E’ un esame non invasivo che permette di esaminare quasi tutti i distretti arteriosi e venosi dell’organismo.
L’ecodoppler è di solito il primo esame che si fa (diagnostica ultrasonografica); poi se necessario si ricorre ad altra diagnostica e cioè Tac e risonanza magnetica (angioTac e angio RM). E ancora, se poi si ritiene che vi sia indicazione a un trattamento invasivo, si procede con un’arteriografia che è l’esame che si fa solo quando si ritenga di dover intervenire.
Come in tutti gli ambiti della medicina, le decisioni vengono prese molto spesso collegialmente. Coloro che si occupano di patologie vascolari sono soprattutto chirurghi vascolari, angiologi e radiologi vascolari. Però vi è un’ampia discrezionalità da parte del medico di famiglia nel richiedere gli esami. Per esempio l’esame ecodoppler viene abitualmente scelto dal medico di famiglia, dopodiché un eventuale ulteriore esame viene concordato con lo specialista.
L’ecodoppler a che cosa serve?
L’ecodoppler è stato impiegato in tutto il mondo a partire dai primi anni ‘80. Nei primi anni ‘90 un’ulteriore evoluzione tecnologica è stata rappresentata dal colore: il colordoppler è un modo più facile per interpretare i segnali doppler, che sono delle curve e dei tracciati.
Essendo un esame non invasivo, l’ecodoppler (o ecocolordoppler) viene utilizzato molto spesso come screening. I soggetti, per esempio, che presentano dei fattori di rischio per età avanzata, ipertensione ipercolesterolemia, diabete, familiarità per arteriosclerosi, ecc., vengono abitualmente studiati con questa metodica che permette di dare molte risposte. In primo luogo, consente di dire se ci siano iniziali manifestazioni di arteriosclerosi oppure di mettere in evidenza ostruzioni parziali (stenosi) oppure ostruzioni complete delle arterie.
L’ecocolordoppler è un esame preliminare a qualche altro tipo di intervento?
Non necessariamente. Nella stragrande maggioranza dei casi è l’esame dopo il quale ci si ferma. Se si vuole conoscere lo stato delle arterie, molto spesso dopo questo esame si hanno informazioni sufficienti per dire se possa non servire altro o invece se serva fare altro. L’ecodoppler essendo un esame non invasivo può essere utilizzato come monitoraggio di pazienti che hanno per esempio un quadro di arteriosclerosi.
Ecodoppler e arteriosclerosi
La patologia che più frequentemente rende consigliabile l’ecodoppler è quella arteriosclerotica, intendendo per arteriosclerosi una malattia degenerativa delle arterie che comporta ispessimento delle pareti delle arterie, a vario grado: da un ispessimento minimo, alla presenza di placche, fino all’ostruzione.
Volendo sintetizzare al massimo, lo studio delle arterie del collo (carotidi, succlavie e vertebrali) viene abitualmente indicato quando il soggetto è portatore di fattori di rischio, per età, per familiarità, per ipercolesterolemia. Con questo esame si vuole indagare come sia lo stato delle arterie e se esistano patologie ostruttive delle arterie che portano sangue al cervello.
Esiste una forte indicazione anche allo studio ecodoppler nei soggetti in cui esiste genericamente un fattore di rischio e si vuole in qualche modo dedurre come stiano le coronarie, che sono le arterie del cuore. Dal momento che le coronarie non sono indagabili con ultrasuoni e con semplice metodica ecografica, allora molto spesso si fa uno studio ecodoppler dei vasi del collo per dedurre come potrebbero essere le coronarie, visto che c’è una correlazione statistica tra lo stato delle carotidi e lo stato delle coronarie. Questo non esclude poi la necessità di fare esami mirati sullo stato delle coronarie.
Questo per quanto riguarda i vasi del collo.
L’ecodoppler delle arterie del collo è un esame che in genere richiede 10-15 minuti. Il paziente deve scoprire la parte da sottoporre a esame e poi gli viene passata sul collo una sonda. Attraverso questo esame si ottengono delle immagini e dei tracciati che hanno anche un corrispettivo acustico; poi, sulla base delle immagini, del corrispettivo acustico e del colordoppler che è la traduzione in colore dei tracciati che si sentono acusticamente, si fa una diagnosi.
Ecodoppler delle arterie degli arti inferiori
Per quanto riguarda le arterie degli arti inferiori, tipicamente la ragione per cui si fa l’ecodoppler è quanto disturbo abbia il paziente nel camminare: la claudicatio, che si manifesta quando il soggetto cammina e dopo qualche metro ha male al polpaccio, si deve quindi fermare e poi riprende a camminare. Esiste poi una situazione clinica più grave che si chiama ischemia critica, situazione nella quale l’apporto di sangue anche in condizioni di riposo è talmente basso che il piede è freddo, fa male, si formano delle ulcere. Queste sono condizioni nelle quali la diagnostica prima ultrasonografica e poi di secondo livello sono indispensabili.
L’indicazione a qualsivoglia trattamento che non sia solo medico deve essere dettata dallo stato clinico. Si può benissimo avere arterie chiuse – e nel soggetto arteriosclerotico le arterie che si chiudono più facilmente sono quelle femorali – ma che non necessariamente diano disturbi. Quindi, non si faccia l’equazione occlusione = necessità di intervento! L’intervento di qualsivoglia genere, che sia endovascolare o chirurgico, deve essere motivato da una situazione clinica particolare.