I cambiamenti sociali avvenuti negli ultimi decenni e il ruolo chiave assunto dai media e dalla tecnologia hanno profondamente influito sulle modalità di informazione/comunicazione delle tematiche riguardanti la salute. Il web ha reso accessibili una grande quantità di informazioni, rendendo gli utenti sempre più consapevoli, grazie alla possibilità di confronto mediante blog, forum, social network, strumenti che nel tempo sono diventati, agli occhi dell’utente, una sorta di “sportello medico virtuale” attraverso il quale cercare risposte. Da una recente ricerca condotta dall’Università “La Sapienza di Roma”, l’Istituto Superiore di Sanità e l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) è emerso che la rete è diventata il secondo punto di riferimento dopo i medici per il 74% degli italiani, per la ricerca dei sintomi attraverso il motore di ricerca. Una prassi cosi diffusa ormai che negli Stati Uniti pare che Google stia per attivare una nuova funzione, che “mette a sistema” questa tendenza: “digitando i sintomi si potranno ottenere in risposta sia una serie di patologie correlate sia una descrizione generale, ovvero una sorta di diagnosi, accompagnata da informazioni utili per il trattamento fai-da-te e come richiedere, invece, una visita dal dottore” (fonte, articolo La Repubblica.it 21 giugno 2016)
Non solo: la divulgazione medica proposta dai mass media ha contribuito non poco a diffondere, non sempre in maniera corretta, tematiche riguardanti la salute, scelte magari tra quelle più in grado di “fare notizia”.
La conseguenza più evidente di questo processo è un cambiamento profondo della relazione tra medico e paziente che sempre più di frequente arriva già con un proprio bagaglio di informazioni, talvolta con vere e proprie “autodiagnosi” che rendono la comunicazione complessa. La non veridicità delle informazioni, la casistica individuale, la non attendibilità delle fonti sono solo alcune delle problematiche che impongono di trovare nuove strategie di azione. L’urgenza è quella di riportare l’attenzione sulle fonti e sulla necessità che siano accreditate, attraverso un lavoro di divulgazione che tuteli la veridicità delle informazioni. Diverse aziende ospedaliere hanno da tempo raccolto la sfida, attivando nuovi canali di comunicazione con l’obiettivo di presidiare il proprio campo di azioni.
Il contesto attuale ci espone ogni giorno ad un bombardamento continuo di informazioni e stimoli non sempre decifrabili e distinguibili, specialmente quando si ha a che fare con la salute. La sfida per noi medici professionisti è proprio quella di mettere in campo la nostra esperienza cogliendo l’opportunità e le necessità che ci impone questo tempo “liquido”, in cui viviamo.
Comunicare la salute nel tempo della “modernità liquida”
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